Il verbo

Il verbo è l’elemento indispensabile della frase perché ci da molte informazioni sul soggetto, su chi compie e subisce l’azione.

Il verbo ci fa capire:

  • cosa fa il soggetto: Marco cammina
  • com’è il soggetto: Marco è giovane
  • se il soggetto compie o subisce l’azione, Marco chiama Giorgio/ Giorgio ha chiamato Marco

 

Il verbo è formato da due parti:

  • la radice: la parte iniziale del verbo, invariabile ( che non cambia), esprima il significato del verbo
  • la desinenza: la parte finale, variabile che cambia e che ci fornisce diverse informazioni

Es: camminare -> camminiamo: cammin-: radice; iamo: desinenza

 

I verbi italiano si dividono in tre coniugazioni ( gruppi) e si indicano come la prima, seconda o terza coniugazione:

  1. La prima coniugazione è formata da tutti i verbi che terminano per ARE: parlare, mangiare, studiare
  2. La seconda coniugazione è formata da tutti i verbi che terminano per ERE: leggere, spendere, credere
  3. La terza coniugazione è formata da tutti i verbi che terminano per IRE: salire, sentire, dormire

 

La desinenza di un verbo ci fa capire:

 

1. la persona che compie l’azione

le persone si dividono in prima , seconda e terza singolare e plurale:

IO: prima persona singolare

TU: seconda persona singolare

LUI /LEI: terza persona singolare

NOI: prima persona plurale

VOI: seconda persona plurale

LORO: terza persona plurale

 

2. Il numero delle persone: singolare o plurale

Cammino/ camminiamo

 

3. Il tempo: passato, presente, futuro

Camminavo/cammino/camminerò

 

4. Il modo in cui l’azione è presentata:

INFINITO: Camminare

INDICATIVO: camminiamo

CONGIUNTIVO: se camminassi

CONDIZIONALE: camminerei

IMPERATIVO: cammina!

Ogni modo comprende diversi tempi verbali.

Es: camminare ->camminiamo

Radice: cammin-

Desinenza: iamo: indica il soggetto( Noi, prima persona plurale), modo indicativo, tempo presente

 

 

Stampa: Il verbo

 

 

 

La settimana, i mesi e le stagioni

Le parti del giorno

 English  Italiano
Dawn/Daybreak Alba
Morning Mattina
Midday/noon Mezzogiorno
Afternoon Pomeriggio
Evening Sera
Sunset Tramonto
Night Notte
Midnight Mezzanotte

 

 I giorni della settimana

English Italiano
Day Giorno
Week Settimana
Monday Lunedì
Tuesday Martedì
Wednesday Mercoledì
Thursday Giovedì
Friday Venerdì
Saturday Sabato
Sunday Domenica
Weekend Fine settimana

 

I mesi dell’anno

English Italiano
Month Mese
Year Anno
January Gennaio
February Febbraio
March Marzo
April Aprile
May Maggio
June Giugno
July Luglio
August Agosto
September Settembre
October Ottobre
November Novembre
December Dicembre
Leap year Anno bisestile

 

Le stagioni

English Italiano
Season Stagione
Winter Inverno
Spring Primavera
Summer Estate
Autumn/Fall Autunno

 

Dal singolare al plurale

 

In italiano tutti i nomi indicano, con la loro desinenza, se sono singolari o plurali.

Il numero di un nome è al singolare quando indica una sola cosa o persona : la sorella, il bambino, il cane.

In numero del nome è al plurale quando indica due o più persone o cose: i fratelli, i gatti, le macchine.

Ci sono alcuni nomi che restano invariati, non cambiano dal singolare al plurale come: la città, le città; il caffè, i caffè; il re, i re.

La formazione del plurale dei nomi segue il seguente schema:

 Desinenza al singolare Desinenza al plurale Esempi
-a -i  quando sono maschili-e quando sono femminili Problema/problemiCasa/case
-o -i Tavolo/tavoli
-e -i Giornale/giornali
-i -i Analisi/analisi
Casi particolari
-ca/-ga -chi/-ghi quando sono maschili-che/-ghe quando sono femminili Collega/colleghi monarca/monarchiBanca/banchebottega/botteghe
-co/-go -chi/ghi quando hanno l’accento sulla punultima sillaba Buco/buchiLuogo/luoghi
-ci/ghi quando hanno l’accento sulla terzultima sillaba Fisico/fisiciBiologo/biologi
Eccezioni!Amico/amicoObbligo/obblighiProfugo/profughi
-logo -loghi quando indicano cose-logi quando indicano persone Catalogo/cataloghiBiologo/biologi
-cia/-gia -ce/-ge quando preceduti da consonante-cie/gie quando preceduti da vocale Provincia/provinceSpiaggia/spiaggeCamicia/camicieValigia/valigie
-cìa/-gìa -cìe/gìe Farmacia/farmacieBugia/bugie
-io -i Figlio/figli coniglio/conigli
-ìo -ii Zio/zii

 

Ci sono poi diverse eccezioni per nomi che non seguono lo schema qui presentato: uomo, uomini; dio, dei; uovo, uova, ecc….

 

Stampa : Dal singolare al plurale

 

Esercizio: indica il plurale corretto dei nomi dati

La bolla

 
 

La bibliotecha

 
 

La ciliegia

 
 

Il suono

 
 

La mano

 
 

Il fisico

 
 

Il pizzico

 
 

Il dente

 
 

Question 1 of 8

Il test di lingua italiana per il livello A2

Conoscenza lingua italiana e permesso CE per lungo soggiorno

La legge italiana (n. 94/2009 disposizioni in materia di pubblica sicurezza) prevede che per ottenere il rilascio del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo lo straniero deve anche dimostrare la conoscenza della lingua italiana.

Il livello minimo di conoscenza della lingua richiesto corrisponde al livello A2 del Quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue approvato dal Consiglio d’Europa. (Livelli conoscenza lingua secondo il QCER: A1-A2-B1-B2-C1-C2)

 

La conoscenza della lingua italiana a livello A2 si può dimostrare in diversi modi:

  • con una certificazione di conoscenza dell’Italiano di livello A2 rilasciata da uno dei quattro Enti Certificatori riconosciuti dal Ministero degli Affari Esteri e dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca (Università per Stranieri di Perugia, Università per Stranieri di Siena, Università degli Studi Roma Tre, Società Dante Alighieri); 
  • con il possesso di un titolo di studio conseguito in Italia (Licenza di scuola media, Diploma di scuola superiore, Laurea universitaria);
  • dimostrando che si sta frequentando un corso di studi in un’università italiana, statale o non statale legalmente riconosciuta, un dottorato o un master universitario;
  • frequentando o dimostrando di aver frequentato un corso di Italiano presso un CTP, al termine del quale venga rilasciato un titolo che attesti la conoscenza della lingua italiana a un livello non inferiore ad A2 del QCER.
  • riconoscimento del livello di conoscenza della lingua italiana non inferiore al livello A2 nell’ambito dei crediti maturati per l’accordo di integrazione;
  • attestazione che l’ingresso in Italia e’ avvenuto ai sensi dell’art. 27 sull’Immigrazione per svolgere le seguenti attività: dirigente o personale qualificato di società, professore universitario, traduttore o interprete, giornalista o dipendente di organi di stampa;
  • superando il test di conoscenza della lingua italiana a livello A2.

In mancanza di certificazione della conoscenza dell’Italiano, per ottenere il permesso CE di lungo periodo, occorrerà sostenere un test

 

Dove fare il test gratuitamente?

Il sistema scolastico nazionale (Centri Territoriali Permanenti per l’Educazione e la Formazione in Età Adulta – CTP) e le associazioni del privato sociale offrono la possibilità di frequentare corsi gratuiti di lingua italiana.

I corsi di Italiano dei Centri Territoriali Permanenti (CTP) comprendono anche elementi di educazione civica, sui diritti e doveri del cittadino.

Possono iscriversi a un corso dei CTP tutti i cittadini stranieri che abbiano compiuto il 16° anno di età. Al termine del corso si può ottenere la certificazione di conoscenza della lingua italiana.

È possibile ottenere la certificazione di conoscenza della lingua italiana anche frequentando un corso gratuito di lingua italiana per stranieri presso un’associazione che abbia stipulato in proposito accordi con uno dei quattro Enti Certificatori riconosciuti dal Ministero degli Affari Esteri e dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca (Università per Stranieri di Perugia – Certificazione CELI, Università per Stranieri di Siena – Certificazione CILS, Università degli Studi Roma Tre- Certificazione IT, Società Dante Alighieri- Certificazione PLIDA) o con un CTP.

Trova il CTP a te più vicino : CTP in tutta Italia

 

Elenco con indirizzi e contatti per i CTP-di-Roma.pdf

 

Le associazioni che tengono corsi finalizzati al rilascio della certificazione della conoscenza della lingua italiana per il livello A2 operano gratuitamente.

A Roma, la rete delle Scuole Migranti, fornisce la possibilità di seguire gratuitamente corsi di lingua italiana per gli stranieri, finalizzati al conseguimento dell’attestato di conoscenza della lingua italiana per il livello A2, necessario per la richiesta e il rilascio del permesso di soggiorno CE per i soggiornanti di lungo periodo.

Per  informazioni  sui corsi attivi consultare: Rete Scuole Migranti

 

Attenzione a quelle associazioni che vi chiedono un pagamento!

Siamo stati informati sull’esistenza di associazioni o scuole di italiano che promettono, chiedendo anche alti pagamenti, l’attestazione della lingua italiana per la richiesta e il rilascio del permesso di soggiorno CE per i soggiornanti di lungo periodo.

Attenzione perché il certificato, per essere valido, deve essere rilasciato dai CTP o dai quattro enti certificatori (Università per Stranieri di Perugia – Certificazione CELI, Università per Stranieri di Siena – Certificazione CILS, Università degli Studi Roma Tre- Certificazione IT, Società Dante Alighieri- Certificazione PLIDA).

Per qualsiasi tipo di segnalazione al riguardo vi preghiamo di scriverci!

 

Il test di lingua italiana per il livello A2

Se conoscete già la lingua italiana potete anche iscrivervi direttamente all’esame altrimenti vi consigliamo di frequentare un corso di lingua italiana presso associazioni o CTP a voi più vicini.

Non esiste una tipologia unica di test, ogni ente certificatore propone la propria tipologia d’esame così come le associazioni e i CTP.

Il programma però resta fedele alle conoscenze richieste dal livello A2 del QCER.

 

Cosa vuol dire livello A2? 

Il livello A2 corrisponde ad un livello elementare. Riportiamo la descrizione del QCER.

Una persona che ha la conoscenza della lingua secondo il livello A2 “comunica in attività semplici e di abitudine che richiedono un semplice scambio di informazioni su argomenti familiari e comuni. Sa descrivere in termini semplici aspetti della sua vita, dell’ambiente circostante; sa esprimere bisogni immediati.”

Qui una scheda per l’autovalutazione del livello A2 secondo il QCER

Griglia di autovalutazione per il livello A2

 

Tipologie di test Celi 1, livello A2:

esempio di prova d’esame 1: https://www.italianotes.org/?attachment_id=557

esempio di prova d’esame 2: https://www.italianotes.org/?attachment_id=557

prova d’ascolto per esempio di prova d’esame 2. https://www.italianotes.org/?attachment_id=558

 

Per gli operatori:

Sillabo A2

Vademecum-indicazioni tecnico operative

 

Per qualsiasi domanda vi invitiamo a scriverci

 

 

 

 

Il genere del nome

 

In italiano i nomi possono essere di genere maschile (il bar, l’albero, lo studente) o di genere femminile (la stanza, la carta, l’amica)

  • Sono di genere maschile i nomi di persone e animali di sesso maschile: uomo, fratello, figlio, professore, cane
  • Sono di genere femminile i nomi di persone e animali di sesso femminile: la madre, la figlia, la nonna, la commessa, la maestra
  • Quando il nome indica una cosa, un oggetto, un’azione, una qualità può essere sia maschile che femminile.

E’ molto importante conoscere il genere dei nomi perché in italiano c’è la concordanza, mettere insieme parole al maschile o al femminile: una maglia ( articolo femminile + nome femminile) uno sguardo ( articolo maschile + nome maschile)

 

Come si riconosce il genere dei nomi?

Possiamo guardare alla desinenza della parola per  capire il genere ma dobbiamo sapere che nella lingua italiana ci sono molte eccezioni sul genere dei nomi.

 

  • I nomi che finiscono per –o sono quasi sempre maschili

Es: il libro, il tavolo, lo zio, il gioco, l’occhio

Eccezioni: la mano, la radio, l’eco, la moto, la foto, l’auto

 

  • I nomi che finiscono per –a sono quasi sempre femminili

Es: la sorella, la scuola, la manica, la pasta, la maglia

Eccezioni: il problema, il diploma, il clima, il papa, il profeta, il poeta, il pilota, l’autista

 

  • I nomi che finiscono in –à sono generalmente femminile

Es: la città, la sincerità, l’onesta, la bontà, la metà

Eccezioni: il papà

 

  • I nomi che finiscono per –e, –è possono essere di genere sia maschile che femminile

Esempi per il maschile: il pane, il dente, il sole, il giornale

Esempi per il femminile: la luce, la pelle, la soluzione, la stazione

 

  • I nomi che terminano per –i, possono essere di genere sia maschile che femminile

Esempi per il maschile: lo sci, il brindisi, il lunedì

Esempi per il femminile: l’analisi, l’oasi

 

  • I nomi che terminano per –ù sono solitamente femminili

Es: la gioventù, la virtù, la servitù

 

 

Stampa: Il genere del nome

 

Esercizio:scegli l’articolo o la desinenza corretta per ogni parola indicata

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Gli articoli indeterminativi

L’articolo indeterminativo indica una persona, una cosa o un animale non conosciuta da chi parla o scrive e da chi ascolta o legge.

Es: In giardino c’è un gatto

Se diciamo “un gatto” vuol dire che non conosciamo questo gatto, non l’abbiamo mai visto prima.

 

L’articolo indeterminativo si usa per :

  • persone, animali o cose non conosciuti da chi parla e da chi ascolta; persona/animale/cosa qualunque

Es:Passami una penna.

(stiamo chiedendo una penna qualunque)

Voglio comprare un libro.

(Ancora non sappiamo quale libro comprare)

 

  • persone, animali o cose che non si vogliono precisare meglio

Es: Questa sera esco con un’amica

(non stiamo dicendo chi è l’amica)

Mi ha telefonato un amico.

 

  • persona, animale o cosa nominata per la prima volta, non ne abbiamo parlato prima

Es: Ho comprato un vestito.

Sono stata ad un matrimonio. Il matrimonio era di una mia cara amica ed è stato molto emozionante.

 

La forma e l’uso

UN si usa negli stessi casi dell’articolo determinativo il:

  • davanti ai nomi maschili che iniziano con consonante, tranne z, x, h, s + consonante, ps, gn

Es: un bambino,un cane, un libro, un tavolo, un computer

  • davanti a vocale: un amico, un albero, un angelo, un elettrodomestico
  • davanti alla semiconsonante u (pronuncia /w/): un uomo, un uovo, un whisky

 

UNO: si usa negli stessi casi dell’articolo determinativo lo:

davanti ai nomi maschili che iniziano per:

  • S + consonante: uno sbadiglio, uno scaffale, uno scoglio, uno smalto, uno spago, uno sciopero
  • Con Z: uno zaino, uno zio, uno zoccolo
  • Con X: uno xilofono, uno xilografo
  • Con GN: uno gnocco, uno gnomo, uno gnu
  • Con PS: uno pseudonimo, uno psichiatra, uno psicologo, uno psicopatico
  • Con la semiconsonante i (pronuncia/j/): uno yogurt

 

UNA si usa  negli stessi casi dell’articolo determinativo la:

  • davanti ai nomi femminili che iniziano con consonante

Es: una donna, una casa, una testa, una musica, una sedia

UN’ si usa davanti alle vocali: un’elica, un’amica, un’unghia, un’ombra

 

Stampa: Gli articoli indeterminativi

 

Esercizio: Scegli l’articolo indeterminativo corretto per le parole date

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Gli aggettivi numerali ordinali

 

Questo è il terzo caffè che bevo

E’ la sesta volta che me lo chiedi!

Luisa è al settimo mese di gravidanza

Oggi è la terza domenica di agosto 

Siete le prime persone che ho conosciuto in questa città

 

 

  • Gli aggettivi numerali indicano la posizione all’interno di una serie.
  • Solitamente sono preceduti dall’articolo e concordano con il nome in genere e numero

 

Numerali da 1 a 10

 primo/a  first  sesto/a  sixth
 secondo/a  second  settimo/a  seventh
 terzo/a  third  ottavo/a  eighth
 quarto/a  fourth  nono/a  ninth
 quinto/a  fifth  decimo/a  tenth

 

  •  Ad eccezione dei primi 10 gli ordinali si formano togliendo la vocale finale al numero ed aggiungendo la terminazione -esimo/a (plur.-esimi/e)

 

 undici  undic- + esimo/a  undicesimo/a
 dodici  Dodic- + esimo/a  dodicesimo

 

  • Soltanto i numeri composti con 3 (23, 33, 43, etc.) mantengono la vocale finale (senza accento) e aggiungono  a questa la terminazione -esimo/a

 

 cinquantatré  cinquantatre + esimo/a  cinquantatreesimo/a
 sessantatré  Sessantatre + esimo/a  sessantaseiesimo/a

 

 

Stampa: GLI AGGETTIVI NUMERALI ORDINALI

Che ora è?

DIALOGO 1 (informale)

Andrea: Ciao Marco, sai dirmi che ora è?

Marco: Ciao Andrea, sono le quattro e un quarto.

Andrea: Avevo un appuntamento con Ester alle quattro, ma come al solito,  lei è in ritardo!

Marco: Che fate questa sera?

Andrea: Ci vediamo con Luna e Marta alle sette, andiamo a mangiare una pizza in centro, vuoi venire con noi?

Marco: Molto volentieri, ci vediamo al solito posto alle sette?

 

DIALOGO 2 (formale)

Luca: Buongiorno, mi scusi, mi potrebbe dire che ore sono?

Passante: Certo, è l’una meno un quarto.

Luca: La ringrazio molto e sa dirmi quando parte il tram per la stazione?

Passante: Dovrebbe passare tra cinque minuti.

Luca: Grazie, arrivederci.

 

Per chiedere l’ora si può usare

sia il singolare: che ora è?

che il plurale: che ore sono?

 

Per dire l’ora in genere si usa il plurale.

Es: sono le cinque, sono le dieci.

 

LE ORE

 

Si usa il singolare solo in tre casi:

  • è l’una
  • è mezzogiorno
  • è mezzanotte

si usa il singolare anche se dopo l’ora ci sono dei minuti: è l’una e venti, è mezzogiorno e un quarto, è mezzanotte meno cinque.

 

 È L’UNA  13:00 / 01:00
 È MEZZOGIORNO  12:00
 È MEZZANOTTE  12.00

 

Bisogna sempre mettere l’articolo determinativo prima del numero che indica l’ora: sono le otto, sono le sei.

L’articolo è sempre femminile e plurale perché si riferisce alle ore, tranne in un caso: è l’una,

dove l’articolo è al femminile singolare.

Solo con mezzogiorno e mezzanotte non si usa l’articoloè mezzogiornoè mezzanotte.

Per indicare le ore del pomeriggio è possibile continuare la numerazione dopo le dodici (12:00)

Es: sono le tredicisono le quattordici, ecc.

 

I MINUTI

 

I minuti vanno indicati dopo l’ora: sono le due e cinque, sono le nove e venti.

Quando i minuti sono 15 si può dire: sono le nove e un quarto.

Quando i minuti sono 30, si può dire: sono le dieci e mezzo, oppure sono le dieci e mezza, oppure sono le dieci e trenta

Quando i minuti arrivano a 40, è possibile dire: sono le cinque e quaranta, oppure indicare quanti minuti mancano all’ora successiva: sono le sei meno venti.

Esempio: sono le dieci e cinquantacinque oppure sono le undici meno cinque.

Quando i minuti sono 45 è possibile dire: sono le sei e quarantacinque, oppure sono le sei e tre quarti, oppure sono le sette meno un quarto.

Quando non ci sono i minuti, per esempio le 13:00, si può dire: è l’una in punto.

 

Sono le due (in punto)  2:00
Sono le due e cinque  2:05
Sono le quattro e un quarto  4:15
Sono le sette e mezzoSono le sette e mezza  7.30
Sono le cinque e quarantacinqueSono le cinque e tre quartiSono le sei meno un quarto  5:45
Sono le dieci e cinquantaSono le undici meno dieci  10:50

 

Quando dobbiamo dare un appuntamento a qualcuno o indicare a che ora si svolge un evento, usiamo la preposizione articolata all’(femminile singolare), oppure alle (femminile plurale) davanti al numero che indica l’ora.

 

AA che ora ci vediamo?

B: Ci vediamo all’una e mezza.

 

AA che ora comincia il film?

B: Il film comincia alle nove.

 

Alcune espressioni utili:

in ritardo: Luca è in ritardo, il treno parte in ritardo.

in orario: l’autobus arriva in orario, Marco non è in orario.

puntuale: i miei amici sono sempre puntuali, Ester non arriva mai puntuale agli appuntamenti.

 

Stampa la scheda: Che ora è. pdf

I numeri cardinali

 

 

In italiano i numeri sono invariabili, fatta eccezione per

  • uno (che diviene una al femminile)
  • mille (che diventa mila al plurale)

Hai comprato una nuova macchina?

Questo libro è di duemila pagine

 

Numeri da 1 a 30

 1  uno / una  11  undici  21  ventuno
 2  due  12  dodici  22  ventidue
 3  tre  13  tredici  23  ventitré
 4  quattro  14  quattordici  24  ventiquattro
 5  cinque  15  quindici  25  venticinque
 6  sei  16  sedici  26  ventisei
 7  sette  17  diciassette  27  ventisette
 8  otto  18  diciotto  28  ventotto
 9  nove  19  diciannove  29  ventinove
 10  dieci  20  venti  30  trenta

Numeri da 40 in poi

 40  quaranta  500  cinquecento
 50  cinquanta  600  seicento
 60  sessanta  700  settecento
 70  settanta  800  ottocento
 80  ottanta  900  novecento
 90  novanta  1.000  mille / mila
 100  cento  1.500  mille e cinquecento
 200  duecento  2.000  duemila
 300  trecento  10.000  diecimila
 400  quattrocento  1.000.000  un milione

 

Uno ha le stesse forme dell’articolo indeterminativo, cambia a seconda del genere e della lettera iniziale del nome che precede: 

In questa stanza ci sono: un divano, una poltrona, un tavolo e una finestra.

 

I multipli di 10, da 20 a 90,

  • perdono la vocale finale davanti a uno e otto

21 = ventuno, 28 = ventotto, 31 = trentuno , 38 = trentotto, etc.

  • prendono l’ accento sull’ultima sillaba quando sono uniti a tre

23 = ventitré, 33 = trentatré, 43 = quarantatré , etc.

 

I numeri fino a 1000 sono scritti come un’unica parola. Da 1001 dovrebbero essere scritti con la congiunzione e, ma ormai vengono scritti anche questi come un’unica parola.

Nelle lettere commerciali, negli assegni etc., devono essere scritti come una parola sola:

754 = settecentocinquantaquattro
1.054 = mille e cinquantaquattro oppure millecinquantaquattro
16 luglio 1994 = sedici luglio millenovecentonovantaquattro
184.678 lire = centottantaquattromilaseicentosettantotto lire

 

Milione miliardo (billion) hanno il plurale (milioni / miliardi) e non sono scritti come un’unica parola:

quattro miliardi e otto milioni

Quando sono seguiti da un nome sono accompagnati dalla preposizione di:

quattro milioni di persone

 

Attenzione!
Nei numeri ogni volta che l’inglese ha una virgola (,) l’italiano ha un punto (.)

2.000 = 2,000 (two thousand) 
0,5
 = 0.5 (zero point five) 
4,2 %
 = 4.2 % (four point two per cent)

 

Per calcolare

+= più

– = meno

: oppure / = diviso

* oppure x = per

= uguale

Es: 5 + 2 = 7 Cinque più due uguale sette

5 – 2 = 3 Cinque meno due uguale tre

10 : 2 = 5 dieci diviso due uguale cinque

5 x 2 = 10 Cinque per due uguale dieci

 

Modi di dire con i numeri!

Farsi in quattro: impegnarsi tanto per raggiungere un obiettivo

Dirne quattro: rimproverare qualcuno

Contare fino a dieci: pensare bene prima di parlare

Dare i numeri: essere fuori di sé, dire cose senza senso

 

Stampa: I numeri cardinali

 

Esercizio: scegli per ogni cifra la trascrizione esatta

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Gli articoli determinativi

Gli articoli determinativi

  • Gli articoli sono parole che non possono stare da sole perché non hanno un significato proprio
  •  devono sempre stare davanti al nome
  • concordano con il nome nel genere (femminile – maschile) e nel numero (singolare- plurale)

L’articolo determinativo indica una persona, una cosa o un animale conosciuta da chi parla o scrive e da chi ascolta o legge.

Es: In cucina c’è la torta

Se diciamo “la torta” vuol dire che già sappiamo di quale torta stiamo parlando. Può essere la torta che abbiamo fatto prima e di cui abbiamo già parlato.

 

L’articolo determinativo si usa per :

 

  • persone, animali o cose già conosciuti da chi parla e da chi ascolta

Es: Marco lava la macchina.

(Sappiamo già di quale macchina stiamo parlando)

Ho finito il libro.

(Sappiamo già di quale libro stiamo parlando)

 

  • persone, animali o cose considerate unici o comunque non confondibili con altre

Es: Per favore, mi prendi la penna sul tavolo?

(c’è solo una penna sul tavolo)

La luna è piena

Apri la porta!

 

  • nomi usati per indicare una classe di persone, animali o cose

Es: Il leone vive nella savana

L’aereo è il mezzo di trasporto più veloce

 

  • parti del corpo

Es: Gabriele ha i capelli corti

Marta ha le mani affusolate

 

Vediamo quando e come si usano

 

IL si usa davanti ai nomi maschili che iniziano con consonante, tranne z, x, h, s + consonante, ps, gn

Es: il bambino, il cane, il libro, il naso, il muscolo, il tavolo, il computer, il sole, il riso, il pane.

Il plurale di IL è I: i bambini, i cani, i muscoli, i tavoli.

 

LO: si usa davanti ai nomi maschili che iniziano per:

–          S + consonante: lo sbadiglio, lo scaffale, lo scoglio, lo smalto, lo spago, lo sciopero

–          Con Z: lo zaino, lo zio, lo zoccolo, lo zucchero, lo zero

–          Con X: lo xilofono, lo xilografo

–          Con GN: lo gnocco, lo gnomo, lo gnu

–          Con PS: lo pseudonimo, lo psichiatra, lo psicologo, lo psicopatico

–          Con la semiconsonante i (pronuncia/j/): lo yogurt, lo yoga, lo iodio

Il plurale di LO è GLI: gli sbadigli, gli zuccheri, gli gnocchi, gli psicologi

 

L’ : si usa davanti alle parole che iniziano per vocale: l’amico, l’imbroglio, l’occhio.

Il plurale di L’ è GLI: gli amici, gli imbrogli, gli occhi.

 

Le parole che iniziano con la lettere H vengono trattate come quelle che iniziano per vocale perché in italiano la H non è sonora. Le parole che iniziano con H, prendono, perciò, l’articolo L’ per il singolare e GLI per il plurale.

Esempi: l’hamburger, l’hobby, l’handicap, l’habitat.

 

 

LA si usa davanti ai nomi femminili che iniziano con consonante, con semiconsonante i (pronuncia/j/), con la lettera H e W ( parole straniere)

Es: la donna, la casa, la testa, la iena, la juta, la hall, la hit parade, la hostess, la world music, la west coast.

L’ si usa davanti alle vocali: l’elica, l’amica, l’unghia, l’ombra

Il plurale di LA e di L’ è LE: le donne, le case, le teste, le unghie, le hostess.

 

 

Stampa:Gli-articoli-determinativi.pdf

 

Esercizio.

Scegli l’articolo determinativo corretto per le seguenti parole.

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