Essere, avere, chiamarsi

– Ciao, mi chiamo Kate, sono inglese. Sono in Italia da un anno, la mia famiglia è in Inghilterra. Ho 27 anni e studio italiano.

– Io mi chiamo Olga, sono ucraina. Sono in Italia da sei mesi con mio marito che si chiama Vladimir, abbiamo due figli, uno di 10 e un altro di 7 anni.

– Io sono Fatima e sono spagnola. Ho 35 anni e lavoro in Italia da 2 mesi.

 

Coniugazione dei verbi al presente

Pronomi                  Essere                             Avere                               Chiamarsi

IO                             SONO                              HO                                   MI CHIAMO

TU                            SEI                                   HAI                                  TI CHIAMI

LUI/LEI                      E’                                     HA                                   SI CHIAMA

NOI                           SIAMO                            ABBIAMO                        CI CHIAMIAMO

VOI                           SIETE                             AVETE                            VI CHIAMATE

LORO                      SONO                             HANNO                            SI CHIAMANO

Pronomi personali soggetto

 

 

Ciao, io sono Amanda, tu come ti chiami?

Voi siete sempre in ritardo e noi dobbiamo sempre aspettarvi.

Lui lavora fuori dall’Italia.

Chiara ha invitato Mario e Andrea per la cena e loro verranno.

Quest’estate andrò in vacanza ad agosto, e tu quando andrai in vacanza?

A Maria piace molto suonare la chitarra, io preferisco il pianoforte.

Ho chiesto a Marta di venire al cinema con noi ma lei era impegnata.

 

Io =  I

Tu= you

Lui= hi

Lei= she

Noi= we

Voi= you

Loro= they

 

  • Nella lingua italiana la persona è espressa dal verbo (es. mangia = lui/lei, studiano = loro) e di solito nelle frasi non si usa il pronome perché è sottinteso, è già espresso dal verbo.

Esempio:

La mattina io mi alzo, io faccio colazione e io vado al lavoro.

La mattina mi alzo, faccio colazione e vado al lavoro.

  •  Lei si usa anche per rivolgersi ad una persona che non conosciamo, anche se di sesso maschile.

Esempio:

Signor Lorenzi, lei è molto gentile. La ringrazio molto.

 

Prova ad esercitarti con i pronomi personali soggetto.

 

[wpsqt name=”Indica il soggetto delle seguenti frasi” type=”quiz”]

Comprensione orale: Intervista a Fernanda Pivano

Esercizio di comprensione orale.

Di seguito una breve presentazione di Fernanda Pivano.

Guarda il video di una sua intervista e rispondi alle domande.

 

 

Ferdinanda Pivano, conosciuta perlopiù come Fernanda, è una figura molto importante nella scena culturale italiana soprattutto per il suo contributo alla diffusione della letteratura americana in Italia.

Ha iniziato l’attività letteraria sotto la guida di Cesare Pavese, ha tradotto molti romanzieri americani  (Faulkner, Hemingway, Fitzgerald, Anderson, Gertrude Stein) e quasi tutte le traduzioni sono state precedute da saggi biografici, sociali e critici.

Come talent scout editoriale ha suggerito la pubblicazione degli scrittori contemporanei più significativi d’America, da quelli citati degli Anni Venti e a quelli del dissenso negro (come Richard Wright) ai protagonisti del dissenso non violento degli anni Sessanta (quali Ginsberg, Kerouac, Burroughs, Ferlinghetti) fino ad arrivare ad autori ora giovanissimi quali Leavitt, McInerney, Ellis, Safran Foer.

E’ inoltre stata considerata un’esperta e un apprezzata critica di musica leggera italiana e internazionale.

E’ scomparsa a Milano, all’età di 92 anni, nell’agosto del 2009.

 

  1. Che tipo di Educazione ha ricevuto Fernanda Pivano?
  2. In che anni Fernanda Pivano si è avvicinata ai poeti americani?
  3. In che tipo di movimento si è inserita ?
  4. Cosa dice a proposito delle idee di sesso. Completa la citazione” Io, il sesso, ancora ……..
  5. Cosa non accettano le dittature?
  6. In quale città Ginsberg viene eletto” re di maggio”?

Di dove sei?

Di dove sei (tu)?

(Io) Sono di New York..
(Io) Sono brasiliana.

Di che nazionalità è lui?

Lui è giapponese.

(Voi) Siete inglesi?


No, (Noi) siamo argentini.

 

 

Paese

Aggettivi di nazionalità

-ano/a

Italia
America
Australia
Egitto
Messico
Colombia
Brasile
Corea

italiano/a
americano/a
australiano/a
egiziano/a
messicano/a
colombiano/a
brasiliano/a
coreano/a
-ese

Inghilterra
Irlanda
Olanda
Finlandia
Norvegia
Cina
Francia
Portogallo
Canada

inglese
irlandese
olandese
finlandese
norvegese
cinese
francese
portoghese
canadese
-ense

Stati Uniti d’America
Panama

statunitense
panamense

-ino/a

Argentina
Algeria
Tunisia

argentino/a
algerino/a
tunisino/a
eno/a

Iraq
Cile

iracheno/a
cileno/a
-o/a

Russia
Grecia

russo/a
greco/a

-e

Lettonia
Estonia

lettone
estone

Alcuni aggettivi di nazionalità hanno suffissi diversi dagli altri:

-ita

vietnamita

-egno

salvadoregno/a

-ota

keniota

-acco

polacco/a
slovacco/a

 

Continenti

Aggettivi

America
(Oceania) Australia
Asia
Africa
Europa

americano/a
australiano/a
asiatico/a
africano/a
europeo/a

 

Attenzione! In italiano l’aggettivo di nazionalità si scrive con la lettera minuscola.

 

Come fare per …

 

 

Chiedere scusa: 

Formale: Mi scusi!, Scusi!, Mi dispiace!
Informale: Scusa!, Mi dispiace!

 

Rispondere alle scuse:
Formale: Prego!, Nessun problema!, Di nulla!, Di niente!
Informale: Prego!, Nessun problema!, E’ tutto a posto!, Di nulla!, Di niente!

 

Come si chiama l’attenzione:
Formale: Scusi!, Mi scusi! Mi scusi, dove posso prendere l’autobus?
Informale: Scusa! Dove trovo un bancomat?

 

Come si risponde ad un’offerta:
Positivo, formale: Sì, grazie!, Sì, La ringrazio!, (molto) Volentieri, grazie!
Negativo, formale: No, grazie!, No, La ringrazio
Positivo, informale: Sì, grazie!, Sì, ti ringrazio!, (molto) Volentieri, grazie!
Negativo, formale: No, grazie!, No, ti ringrazio!

 

Come si risponde ad un ringraziamento:
Formale / informale: Prego!, Non c’è di che!, Di nulla!, Di niente!
Al supermercato / Negozio e quando qualcuno fa un lavoro per noi, si risponde sempre:Grazie a Lei!

 

Come si chiedono e come si danno le informazioni personali:

– Come ti chiami?
– Mi chiamo Mario / Sono Mario.

– Quanti anni hai?
– Ho 26 anni. / Ne ho 26.

– Di dove sei? / Da dove vieni?
– Sono italiano. / Vengo dall’Italia.

– Di che nazionalità sei?
– Sono italiano.

– Che lavoro fai? / Qual è il tuo lavoro? /  Che fai nella vita?
– Sono un giornalista. / Lavoro come giornalista.

– Come stai? / Come va?
– Sto bene / benissimo / tutto bene / solo un po’ stanco / va tutto bene / così così

 

Presentarsi

Presentandoti puoi usare le espressioni “mi chiamo” o “io sono” o dire semplicemente il tuo nome.
In generale, “mi chiamo” risponde alla domanda “come ti chiami?”
L’espressione “piacere”, con una stretta di mano, generalmente completa una presentazione. Per presentazioni fra bambini o ragazzi “ciao” è più che sufficiente.

 

Ciao, sono Marco

Ciao, mi chiamo Maria

 

Salve! Sono Giovanni!

Piacere. Mi chiamo Emilio

 

Piacere, sono Mario Conte.

Piacere mio, Luca Spina

 

Il modo di presentarsi più diffuso è composto da poche parole, “Piacere + il nome”  accompagnato da una stretta di mano.

Piacere, Enrico

Piacere, Claudia.

 

FARE LE PRESENTAZIONI

 

Elena: Luca, lui è Gianni/ ti presento Gianni

Gianni: Piacere di conoscerti, sono Gianni.

Luca: Piacere mio, Luca.

I saluti

Di seguito puoi trovare diversi modi di salutare e la descrizione dell’uso delle espressioni.

 

Presentiamo 3 contesti diversi

 

1. Formale

IL PROFESSORE : Buongiorno ragazzi!

ALUNNI : Buongiorno professore! Come sta?

IL PROFESSORE : Bene grazie, e voi? Come state?

 

2. Informale

LUCA : Ciao, come stai?

MARCO : Bene grazie, e tu?

LUCA : Abbastanza bene.

 

3. Formale

SIG. ROSSI : Arrivederci Paolo!

PAOLO : Arrivederci signora Rossi! A presto.

 

Qui trovate un video dove poter ascoltare diversi saluti, il video è un po’ vecchio ma fatto bene e con un ottima pronuncia!

Saluti italiani

 

Buongiorno: Saluto formale. Di solito, si usa sino alla una di pomeriggio (ore 13.00 / 1 p.m.)

Si può utilizzare anche buondì, (dì = giorno).

Buon pomeriggio: Saluto formale. Si usa dall’una alle cinque di pomeriggio.

Buonasera: Saluto formale. Si usa dalle cinque (le 17:00/ 5 p.m) in poi.

Buonanotte: Saluto formale e informale.

Si usa quando si sta andando a dormire e si augura una notte serena. Se si continua la serata e non si va a dormire si può dire buona serata, buona nottata o buon proseguimento.

Altro modo per augurare una serena notte, se si va a dormire, è Sogni d’oro e Dormi bene.

Arrivederci: Si usa in maniera formale per augurare di rivedersi.

Addio: Si usa in maniera formale e informale. Deriva da “vi affido, vi raccomando a Dio”. Si saluta così una persona che non si rivedrà presto. Non è usato molto.

A risentirci: Saluto formale. Si utilizza quando ci si saluta alla fine della telefonata.

Pronto: Modo più comune di rispondere al telefono e si utilizza all’inizio della telefonata. E’ invariato, non cambia, resta “pronto” sia per la donna che per l’uomo.

Salute:  si usa durante un brindisi per augurare, appunto, una buona salute. Lo stesso quando una persona starnutisce, è l’equivalente di “god bless you”.

Salve: Saluto formale che deriva dal latino “salvus” sano, salvo.

Ciao: Modo confidenziale (cioè informale) di salutarsi, sia quando ci si incontra che quando ci si allontana da qualcuno. E’ tra i saluti più famosi e utilizzati al mondo. Deriva dalla parola veneta “sciao”, che a sua volta deriva dalla parola “schiavo”  saluto usato anticamente per intendere “sono schiavo vostro”, “sono al vostro servizio, pronto ad aiutarvi”

Buon anno: si usa all’inizio del nuovo anno.

Buon fine settimana: si usa per augurare una serena fine di settimana, solitamente sabato e domenica.

Buone feste: si usa per le vacanze natalizie.

E ancora: Buon pranzo, buona cena, buon appetito, buon lavoro, buone cose, buone vacanze.

A domani,  a dopo, a più tardi, a domenica. 

Come stai? Come va?

Generalmente quando due amici si incontrano, o anche se parlano al telefono, si salutano e poi chiedono “ come stai?” oppure “come va?”

La risposta può essere:

Bene, benissimo, così e così, non molto bene, abbastanza bene.

Una volta risposto è buona educazione chiedere lo stesso

Esempio. 

CARLO: Ciao Andrea, come stai?

ANDREA: Ciao Carlo, io sto bene, e tu?

CARLO: Abbastanza bene, è un piacere rivederti!

ANDREA: Anche per me, cosa mi dici?

 

La lingua italiana: un po’ di storia

Dopo la caduta dell’impero romano la lingua scritta è il latino che resta la lingua ufficiale della chiesa, della diplomazia e della letteratura. Con il passare del tempo si sviluppa anche il latino parlato che si trasforma di continuo, grazie proprio all’uso quotidiano, e da questo nascono diversi latini regionali dai quali si svilupperanno poi i volgari, le lingue del volgo, del popolo.

Nel 1200 il volgare inizia a differenziarsi sempre di più dal latino e diventa lingua letteraria; il Cantico delle Creature di San Francesco d’Assisi, viene considerato il primo documento poetico della lirica volgare, scritto, presumibilmente, nel 1225.

La lingua nuova acquista sempre maggiore importanza anche grazie alla civiltà comunale.

Nel quattordicesimo secolo il volgare si afferma sempre di più e ad avere il sopravvento tra i diversi volgari italiani è il tosco- fiorentino e ciò avviene per diverse ragioni:  i più grandi scrittori del trecento , considerati le Tre Corone, scrivono in volgare fiorentino,  Dante, Petrarca e Boccaccio e Firenze raggiunge la supremazia economica e culturale in Italia.

Il latino sopravviverà ancora per molto tempo, accanto al volgare. Nel 1800 lo scrittore Alessandro Manzoni corregge più volte la sua opera, I promessi Sposi, per uniformarla allo stile toscano e la lingua di questo romanzo è stato esempio di scrittura moderna, svecchiata e colloquiale al punto da influenzare in profondità l’attuale fisionomia dell’italiano.

Nel 900 la radio e la televisione modellano e diffondono la lingua italiana. A differenza dell’italiano scritto, l’italiano parlato comune è una conquista recente. L’uso dell’italiano risente delle differenze geografiche e modi regionali o dialettali, soprattutto in contesti informali o familiari.

Livello avanzato: il doppio senso

Anche se l’esercizio è per un livello avanzato invito tutti quelli che vogliono a provarci.

Sono a disposizione per chiarimenti, spiegazioni e aiuto.

 

Che cos’è il doppio senso?

Ogni  parola può avere diversi significati a seconda della circostanza in cui si usa.

Pensiamo alla parola casa. Casa vuol dire un edificio in cui si abita, si vive, da soli o con altre persone o con la propria famiglia. Il termine casa è però usato in diversi contesti con significati differenti dall’abitazione.

Sentirsi a casa vuol dire sentirsi bene. Con l’espressione “saluti a casa” vogliamo dire di salutare le persone che vivono in una casa.  “Essere tutto casa e chiesa” vuol dire essere molto attaccato alla famiglia e alla religione. I luoghi di culto, come la chiesa, vengono chiamati “la casa di Dio”.

La casa è spesso paragonata al proprio paese di origine.

“E’ lui che tira avanti la casa” significa che lui pensa a lavorare per mantenere la famiglia.

Proviamo a cercare i diversi significati di una parola o espressione in alcuni video qui proposti.

Di seguito una lista di video di pubblicità e alcune immagini in cui potete trovare diversi significati di una parola e/o espressione.

Una volta visti i video e le immagini, sceglietene due e provate a spiegare il doppio senso/significato che avete trovato.

 

Abbandono scolastico

Usare la testa

 

L’unico vero bastardo sei tu che lo abbandoni

Violenza sulle donne

Amica chips – Rocco Siffredi

Comprensione: la Street Art

Ciao a tutti, di seguito vi propongo una lettura sulla street art con esercizio di comprensione.

Alla fine trovate delle domande alle quali siete invitati a rispondere, siete liberi di rispondere a quelle che volete, indicandole con i numeri. Se una volta eseguito l’esercizio lo postate nei “comments” potrò aiutarvi nella correzione e su tutto quello che non vi è stato chiaro.

Buon lavoro!

 

La Street art

La street art o arte di strada è una forma d’arte che si manifesta in luoghi pubblici con tecniche diverse come stancil, spray, sticker ma anche con proiezioni video, sculture e istallazioni.

La street art nasce dai graffiti e dal writing (scrivere sui muri) ma non per forza troviamo in queste diverse forme artistiche dei messaggi scritti con testo.

All’inizio degli anni ’90 si diffonde questa forma d’arte in diverse parti del mondo, partendo dalle grandi città come Londra, Parigi, Berlino, Los Angeles, Roma, ecc.

Gli artisti che praticano la street art hanno motivazioni che possono essere molto diverse, spesso si rivendicano le strade e gli spazi pubblici non utilizzati ma tutti considerano le città e i muri la loro tela sulla quale operare.

La street art è una forma d’arte che si rivolge a tutti e ha un pubblico vasto: tutti noi.

Oggi la street art ha guadagnato ampio spazio e influenza molte arti visive, ricordate la campagna pubblicitaria per le elezioni americane di Obama? Ebbene l’immagine che più ha pubblicizzato Obama era stata fatta proprio da un artista della street art, Obey.

Agli inizi del 2000 in Francia, Inghilterra, Spagna e in Italia si diffonde un nuovo fenomeno: gli artisti abbandonano le tradizionali bombolette spray di vernice e propongono lavori su poster e stancil.

Tra le tecniche della street art troviamo anche l’uso dei gessi, con i quali gli artisti dipingono direttamente sull’asfalto creando spesso degli strordinari effeti 3D.

Tra i maggiori street artist troviamo, già da qualche anno, Bansky, attivo a Londra già all’inizio del 2000. Bansky è conosciuto da tutti gli inglesi e non solo ed è diventato anche ricercatissimo da collezionisti d’arte e galleristi. Spesso nelle opere di Bansky vi sono messaggi sul pacifismo, la libertà d’espressione, il proibizionismo e nelle ultime opere troviamo anche messaggi critici sulla crisi del capitalismo e la crisi economica.

In Italia tra gli artisti più importanti troviamo Blu, Ozmo e a Roma Sten Lex che ha lanciato lo stencil-graffito in Italia.

Questi artisti non lavorano solo nella propria città ma si spostano, girano il mondo, lasciando tracce molto visibili!

Solo negli ultimi anni la street art è entrata anche nelle gallerie, ci sono festival dedicate a questa forma d’arte come il Nuart che si svolge ogni anno in Norvegia e il Living Walls (muri viventi) che si tiene ad Atlanta.

Molti sono i libri illustrati e i film dedicati alla street art, tra i più importanti citiamo“Exit through the Gift Shop”, film- documentario creato da Bansky.

 

1. Comprensione

1.1  Cos’è la street art? Come si manifesta?

1.2 Da quanti anni esiste?

1.3 Conoscevi già street artist? Se si, quali?

1.4 Chi sono gli street artist più importanti citati nel testo?

 2. Spiega il significato delle seguenti parole:

poster, stencil, spazio pubblico.

2.1  Cosa vuol dire “si manifesta” nella prima riga del testo?

2.2 Cosa vuol dire “rivendicano le strade e gli spazi pubblici”?

2.3 Chi sono i “galleristi”?

3. Hai mai visto decorazioni che potresti considerare street art?

Ne ricordi uno in particolare? Prova a descriverlo.